Pubblicità



 

 

 

 

In morte del fratello Giovanni

UGO FOSCOLO (1778-1827)
"In crampo del polpaccio sinistro" di Indro Neri

In morte del fratello Giovanni

Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto.

La madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenere muto:
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se da lunge i miei tetti saluto,

sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch’io nel tuo porto quiete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l’ossa mie rendete
allora al petto della madre mesta.

   In crampo del polpaccio sinistro

Un dì, s’io non andrò sempre correndo
fra gente e gente, me vedrai spossato
assiso sulla pietra, o amico mio, gemendo
il fior del mio polpaccio andato.

La corsa tutta, il dì tardo traendo,
cerca di me con il giudice muto:
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se da lunge l'arrivo saluto,

sento gli avversi Numi, e le secrete
strade che al correr mio furon tempesta,
e prego anch’io in quel porto quiete.

Questo di tanta speme ora mi resta!
Keniane genti, il pettorale mio rendete
allora al clemente cronometrista.


Torna a Cambio di marcia



Since September 1976 - © Aerostato, Seattle - All Rights Reserved.