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Da Crespino a Ronta a piedi

Itinerario lineare a piedi, con partenza dalla stazione di Crespino e arivo alla stazione di Ronta (linea ferroviaria Borgo San Lorenzo-Faenza). Tempo medio di percorrenza: 5/6 ore. Dislivello: 640 metri. Condizioni del percorso: sentieri segnalati dalle sezioni Cai di Imola e Firenze; nessuna difficoltà, ristoro a Crespino (bar), alla Madonna dei Tre Fiumi o, con breve diramazione a circa metà dell'itinerario, alla Locanda della Colla (ristorante), Passo della Colla, tel. 0551.840.50.13. Periodo consigliato: estate, autunno. Cartina dettagliata del percorso

Nel 1879 l'approvazione della legge Baccarini, relativa a nuove costruzioni ferroviarie, pose fine a decenni di accanite discussioni sulla necessità e sui possibili tracciati di un collegamento transappenninico fra Toscana e Romagna. Si decide per una linea da Firenze a Faenza, passante per Borgo San Lorenzo, tenuto anche conto delle esigenze militari di avere facili comunicazioni con i confini nord-orientali del Regno. I lavori iniziarono nel 1881 e si completarono nel 1893, con una spesa di settanta milioni di lire dell'epoca, il doppio del preventivato. Con una lunghezza di 101 chilometri, la linea affrontava otto gallerie principali (fra cui quella degli Allocchi nel punto di valico dell'Appennino, di 3779 metri) e una pendenza massima del 25 per mille. Mal gestita dalla Società delle Ferrovie Meridionali che le preferì, specie per il trasporto merci, la più anziana linea Porrettana, questa ferrovia scontò da subito forti passività d'esercizio e conobbe un certo rilancio solo in funzione di supporto al traffico militare della Grande Guerra. Fortemente danneggiata nel 1944, fu in seguito dismessa nel tratto tra Firenze e Borgo San Lorenzo, peraltro già integrato, fin dal 1913, da un'altra ferrovia passante per Pontassieve.

L'itinerario prende le mosse dalla stazione ferroviaria di Crespino del Lamone (525 metri di altitudine) e, inizialmente, segue la strada statale 302 (via Faentina) in direzione del vicino abitato. Lungo la valle del Lamone correva un'antica strada romana, come attestano diversi toponomi, che univa Firenze a Faenza (Faventia), mentre l'attuale rotabile fu tracciata nel 1846 sotto il regno di Leopoldo II. Questa zona fu colonizzata nel Medioevo da alcune comunità monastiche vallombrosane: la chiesa di Santa Maria a Crespino discende dalla loro presenza e conserva, al suo interno, una tavola trecentesca di scuola giottesca. La presenza fiorentina in questa parte dell'Appennino, al di qua dello spartiacque, si affermò verso la metà del XIII secolo, una volta soggiogate le famiglie feudali degli Ubaldini, dei Pagani e dei Manfredi, che a lungo vi avevano spadroneggiato. Attraversato il piccolo abitato, si imbocca verso sinistra uno stradello che scende verso il fiume, appena sotto la statale. Vi sono diverse indicazioni di sentieri: quella che si dovrà seguire reca il numero 135. Ci si mantiene sempre vicini alla statale, passando accanto a una maestà, poi si passa il fiume e ci si indirizza verso la giusta direzione del sentiero (tacche bianco-rosse) che inizia a salire sul filo della dorsale, sopra il tunnel della ferrovia su larghe e friabili lastre di galestro, una roccia tipica della zona. Si fiancheggia un recinto faunistico e si prende rapidamente quota entrando in un'area riforestata. Qui occorre prestare attenzione ai segnali che risultano piuttosto distanti fra loro, seguendo sempre la direzione della massima pendenza lungo la linea della dorsale. Si supera un appostamento di caccia e si entra nella faggeta; la traccia si fa ora più certa, talvolta incavata con qualche tratto più riposante. Quando appaiono i primi prati si è in procinto di raggiungere la vetta del Poggio degli Allocchi (1019 metri, 2:45 ore di cammino) dove si interseca il percorso di crinale, indicato dal numero 00 e che si seguirà verso destra.

Il Poggio degli Allocchi è il punto più alto raggiunto dall'itinerario, da cui si gode un'amplissima veduta della catena montuosa. Guardando verso il Mugello, cioè verso lo scenario che si apre dinanzi agli occhi una volta guadagnata la china, si scorge l'ampia conca della valle della Sieve, fino a circa un milione di anni fa occupata da un lago che era rimasto costretto fra i ripetuti piegamenti e le compressioni delle montagne spinte da sud-ovest verso nord-est, cioè dal Tirreno verso l'Adriatico. Volgendosi invece indietro, verso la parte da cui si è saliti, le vette e le dorsali, laddove portate allo scoperto dall'erosione, mostrano la tipica stratificazione di marne ed arenarie depositatesi alla fine dell'era terziaria (dieci milioni di anni fa). Tutta una serie di contrafforti sembra di sostenere da una parte dall'altra l'impalcatura della dorsale principale su cui riposano i prati battuti dal vento. Scesi dal poggio e passati accanto al basamento di una vecchia torre di guardia si procede lungo la cosiddetta Giogana, una lunga dorsale prativa. Si seguono le indicazioni 00. Affrontata una brusca discesa fra folti felci e rientrati nella faggeta su una larga mulattiera si giunge ad un crocevia di sentieri (896 metri, 3:30 ore di cammino). Qui si lascia il percorso di crinale e si piega decisi a sinistra sul segnavia 32 che aggira le balze erose del Poggio alle Travi fino ad arrivare con poca fatica alle Case Riseccoli (871 metri, 4:00 ore di cammino). Traversato a mezza costa il prato che contorna le case, si supera un vallone e, al seguente bivio si torna al crinale dove, dalla destra, proviene il sentiero dalla Colla. Si piega a sinistra e si prende a seguire la crina del monte. Poco più avanti si lascia il sentiero 32 che scende a Gattaia e si prosegue sul segnavia 34 che condurrà a Ronta. Il sentiero è riposante con begli scorci sulle due vallate che fiancheggiano la dorsale: la valle dell'Elsa con il paesino di Razzuolo e la valle della Pesciola. Si oltrepassa Poggio Pettinelle (951 metri) e giunti alla base dell'ultimo contrafforte, si può suggerire una breve diversione sulla vicina vetta del Monte Giuvigiana (973 metri, 5:00 ore di cammino), splendido balcone panoramico sul Mugello. Lasciata la traccia principale, si segue un sentiero in costa, sul versante di sinistra, che in breve giunge alla vetta dove è innalzata una croce. Si torna quindi al sentiero principale e si prosegue ora in decisa discesa, fra secolari castagneti, dove si scorge ancora una tradizionale capanna di carbonai, con il tetto a duplice falda rivestito da terra pressata e paglia. Sempre in ripida discesa, si giunge finalmente a scorgere Ronta. Ci si immette sulla strada asfaltata toccando dapprima Madonna dei Tre Fiumi (410 metri, 5:45 ore di cammino).

La Madonna dei Tre Fiumi è un piccolo santuario, costruito nel 1579 e ampliato nel 1705. Si trova alla confluenza di due corsi d'acqua nel torrente Elsa. Il vicino albergo risale al 1679 ed offriva ospitalità ai viandanti che qui affrontavano, prima della costruzione della rotabile, la faticosa mulattiera della Colla. Interessante una visita all'antico Mulino Margheri, dove è anche possibile acquistare prodotti macinati con sistemi tradizionali. Seguendo infine un tratto di circa un chilometro della statale 302, si perviene alla stazione di Ronta (405 metri di altitudine, 6:00 ore di cammino).

Fonte: http://digilander.libero.it/bagnoaripoli/escursioni/toscana/crespino-ronta.html


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