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I quattrocento metri più lunghi del mondo

"I quattrocento metri più lunghi del mondo". Così definì la prima corsia di una pista di atletica Alberto Juantorena, El Caballo, cubano, campione del mondo e olimpico sui 400 metri piani. Questa definizione mi venne alla mente quando fui informata che, con la tessera della mia squadra, si poteva accedere gratuitamente alle piste di atletica di tutti gli impianti sportivi della città.

Subito dopo mi venne il desiderio di allenarmi alla Sciorba. Come molti appassionati di podismo, in genere amo correre per i magnifici percorsi che caratterizzano l'Acquedotto storico della Valbisagno, o le panoramiche alture del Righi, fra salite e discese, croce e delizia di tutti gli amanti della corsa, ritenendo la pista ripetitiva e noiosa e comunque più adatta a giovani atleti, che solo su quella superficie possono cimentarsi nelle gare classiche dell'atletica leggera.

Le prime volte, dunque, mi sembrava di essere un pesce fuor d'acqua, oltretutto "costretta" a girare sulle corsie esterne, la settima o l'ottava, visto il mio ritmo da amatore, poiché le corsie interne erano percorse a grande velocità da ragazzi e ragazze, seguiti con lo sguardo e con urla di incitamento dai loro allenatori.

Piano piano, però, si comincia ad apprezzare quell'anello che scandisce la fatica, si guardano i "velocisti" che ci fanno quasi sognare nostre impossibili grandi prestazioni, si ascoltano con attenzione ed un sorriso le grida degli allenatori ai loro atleti: "Spingi, sei un velocista lento!", "Forza, che hai appena cominciato...". È anche piacevole scambiare con compagni e amici opinioni sulle tecniche della corsa, inanellando giri su giri insieme: il tempo passa velocissimo e alla fine sembra proprio di essere anche noi, amatori più o meno bravi, padroni della pista.

Finisce l'allenamento, ma non la voglia di stare ancora immersi nello sport: allora si va in piscina, dove è possibile fare la conoscenza di altri appassionati sportivi, e si fa un bagno rilassante e defaticante sotto lo sguardo simpatico e attento delle istruttrici.

È finita: salgo in macchina per immergermi nel rumore e nel traffico cittadino, ma, agile e scattante come mi sento, mi sembra di aver passato queste ore in un piacevolissimo Centro Benessere!

Giulia Merlano


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