Maratona di Roma, Roma
2015 - Doppia vittoria etiope alla ventunesima "Maratona di Roma". Il trentenne Abebe Negewo Degefa, in una giornata difficile a causa di pioggia e vento, ha vinto in 2:12:23. Tra le donne si è invece imposta la ventunenne Meseret Kitata Tolwak in 2:30:25. Al secondo posto si sono classificati altri due connazionali, il ventenne Birhanu Addissie Achamie (2:12:32) e la ventiseienne Alem Fikre Kifle (2:31:01). Dopo dieci anni due italiani sono saliti contemporaneamente sul podio della gara maschile e femminile, entrambi con una bella rimonta nel finale: il trentenne Jamel Chatbi ha concluso la sua fatica in 2:14:04, e la trentasettenne Deborah Toniolo che ha tagliato il traguardo in 2:36:30. Anche Papa Francesco, dopo l'Angelus, ha salutato i fedeli ed i maratoneti, che in precedenza erano transitati per il Vaticano: "Nonostante il brutto tempo siete venuti in tanti. Complimenti, siete stati molto coraggiosi, proprio come i maratoneti: li saluto con affetto". La gara maschile era partita ad un ritmo velocissimo, sotto la spinta delle lepri keniane, con passaggi di 15:05 ai cinque chilometri, 30:10 ai dieci e 1:04:08 alla mezza maratona, che poi si sono fatti sentire sulle gambe degli atleti. Al ventiseiesimo chilometro, dietro la lepre William Koitile Kibor, erano rimasti solo Degefa e Achamie. Dopo il passaggio di 1:31:36 al trentesimo chilometro, i due etiopi, complice il freddo e il vento, hanno messo da parte ogni obiettivo cronometrico ed hanno iniziato una gara tattica, che si è risolta proprio all'ultimo chilometro. Degefa, che per gran parte del finale era stato alle spalle di Achamie, ha allungato ed ha tagliato il traguardo di via dei Fori Imperiali con nove secondi di vantaggio. Alle loro spalle, l'esordiente Chatbi, nonostante un passaggio veloce di 1:04:33 a metà gara, è riuscito a superare uno dopo l'altro gli atleti davanti a lui. A quattro chilometri dalla fine l'atleta di origine marocchina, che vive da quasi vent'anni vicino a Bergamo e corre per l'Atletica Riccardi di Milano, ha conquistato la terza piazza (2:14:04), scavalcando Dadi Feyera Gemeda, poi giunto quarto (2:15:05). Era dal 2006 che un italiano non saliva sul podio, quando Daniele Caimmi fu secondo. Chatbi corre part-time, alternando gli allenamenti con il lavoro da operaio addetto alle presse in una fabbrica di teflon. Sofferta, ma tenace, anche la gara di Ruggero Pertile, che aveva impostato una corsa in rimonta (1:05:59 alla mezza maratona, quasi due minuti dai primi), ma che poi ha pagato come tutti le condizioni climatiche e ha chiuso al quinto posto in 2:15:40. Il quarantaduenne romano Giorgio Calcaterra ha concluso la sua gara al nono posto in 2:34:26, risultato che l'ha costretto a fare il controllo anti-doping, dopo il quale è ripartito per correre la maratona una seconda volta. Nella gara femminile, la Tolwak, la Kifle e la loro connazionale Alemu Mokonnin Ourge hanno fatto gara di testa assieme fino al trentesimo chilometro (passaggio 1:46:36, dopo essere transitate in 35:16 al decimo ed in 1:15:06 a metà gara). Prima la Ourge ha perso terreno, poi al trentasettesimo la Tolwak ha lanciato l'allungo decisivo, vincendo per 36 secondi (2:30:25) sulla Kifle (2:31:01). Toniolo, atleta della Forestale, ha raggiunto a cinque chilometri dalla fine la Ourge ed è riuscita a salire sul podio. L'ultima volta che due azzurri erano arrivati tra i primi tre in entrambe le prove era stato nel 2005, quando Alberico Di Cecco vinse la gara maschile e Tiziana Alagia fu seconda tra le donne.
2015 - La "Maratona di Roma" aveva lanciato la scorsa primavera un concorso internazionale rivolto agli studenti degli istituti d'arte per disegnare la medaglia celebrativa della ventunesima edizione. Tra i circa cento elaborati pervenuti agli organizzatori, dieci sono stati inizialmente selezionati da una giuria composta da artisti, professori ed organizzatori della maratona, quindi sono state infine selezionate tre opere: una giuria composta da Alfiero Nena (presidente onorario dell'Associazione Nazionale Scultori d'Italia), Augusto Frasca (storico dello sport), Enrico Castrucci (presidente della Maratona di Roma), Mario Romagnoli (consigliere Italia Marathon Club), Roberto Dottorini (ceramista e scultore), Roberta Filippi (artista), e esternamente dai due olimpionici di maratona Gelindo Bordin e Stefano Baldini, ha scelto la medaglia vincitrice. La scelta è ricaduta sull'opera realizzata da Ralf Joshua Trillana, ventottenne nato a Manila nelle Filippine ma residente a Roma, e diplomato al Liceo Artistico Ripetta. La medaglia, che sarà prodotta in diciottomila esemplari, sarà consegnata ai podisti che taglieranno il traguarda della prossima maratona di Roma. La medaglia si intitola "L'acqua scorre e il vento soffia". Nella progettazione Trillana ha voluto rappresentare l'acqua come elemento primario della vita che diventa il collante dell'opera, mentre la figura dell'atleta in primo piano, nella sua essenzialità e caratteristiche anatomiche senza distinzioni, è protesa verso la meta in uno slancio simbolico; in un piano intermedio, a numeri romani (omaggio alla Capitale), il riferimento alla ventunesima edizione; sullo sfondo il monumento forse più rappresentativo di Roma, il Colosseo e gli elementi paesaggistici e decorativi. "Nell'opera ho voluto rappresentare l'unione, la forza della vita che lo spirito agonistico della maratona racchiude in sé".
2015 - Si chiama Sigrid Eichner, è nata a Dresda il 29 settembre 1940, vive a Berlino dove ancora lavora per finanziare le sue corse, e in trentaquattro anni di carriera ha terminato 1850 maratone e ultramaratone entrando nel libro del "Guinness dei Primati" come atleta con il maggior numero di gare di quarantadue chilometri e oltre terminate al mondo. A marzo del 2015 parteciperà alla maratona di Roma. "Ho deciso di correre la maratona di Roma" – dice la settantaquattrenne tedesca – "per portare la mia testimonianza in Italia. Quello che vorrei trasmettere alle persone con la mia presenza è che correre una maratona, o una centochilometri alla mia età è possibile, io ne sono l'esempio, quindi nessuno può frenare la volontà umana se non noi stessi". Sigfrid ha una storia di vita difficile: nata nella Germania dell'est da una famiglia povera, è rimasta da piccola orfana di padre, caduto militare nella seconda guerra mondiale. Cresciuta dalla madre insieme ai tre fratelli, è riuscita a laurearsi grazie all'impegno nello studio e nello sport che gli hanno consentito di avere delle borse di studio. È un esempio straordinario di tenacia, tanto che in Germania ha una popolarità enorme. Corre senza sosta da trentaquattro anni, ed in casa ha una collezione di oltre quattrocento medaglie, quattrocento coppe e centinaia di magliette delle gare. Ad oggi ha finito 1850 maratone e ultramaratone, tutte documentate, e se si sommano le gare portate a termine nell'ex Germania dell'est non documentabili arriva a un totale di duemilacinquecento. In sostanza ha percorso in gara oltre centomila chilometri. La sua gara non-stop più lunga è stata la "Grand Union Race" del 1998, 145 miglia da Birmingham fino a Londra chiusa in 44 ore senza assistenza. Ha corso in 40 Paesi differenti, ha partecipato 6 volte al "Trans Gaule" in Francia, ed alla "Diagonale dei Folli" sull'isola Reunion, mentre negli Stati Uniti d'America ha corso la "Bad Water Ultra". Nel 2008 è stata premiata come sportiva dell'anno per le corse a tappe chiuse in una stagione: "Baltic Run" (km 320) in 5 giorni, "Trans Gaule" (km 1150) in 18 giorni, e "Deutschlandlauf" (km 1250) in 17 giorni.
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