Anche questo viaggio nello spazio-tempo dei Traci che il professor Alpied Einscarpein, Corrado e il cane Bobi intraprendono in questa nuova avventura è collegato alla ricerca del correre quale filo conduttore della storia dell'umanità e - perché no? - di quella animale. Mai come in questo caso le parole di Antonio Machado arrivano a proposito: "È camminando che si fa il cammino". In effetti questa avventura è collegata al cammino che Corrado fa nel suo curriculum di studente europeo, di conseguenza al Programma Lifelong Learning ed a due sue ramificazioni: il Progetto Comenius, che abbraccia le scuole che vanno dalla pre-primaria alla secondaria; il Progetto Erasmus, che è dedicato agli studenti universitari. La particolarità dell'avventura della conoscenza, in senso podistico, si potrebbe definire in questo modo: la corsa non è l'appropriazione degli spazi che si percorrono, che restano gli stessi, ma è la continua conoscenza di tanti spazi che nel momento che vengono percorsi diventano spazio-tempo. Questa volta è proprio la mamma di Corrado che spinge i nostri eroi al viaggio rivelando così di saperne una più del diavolo, come tutte le donne, riguardo alle esplorazioni spazio-temporali del figlio Corrado e dell'amico professor Einscarpein, con il quale mantiene un rapporto che non possiamo definire se non rileggendo tutte le storie pubblicate finora e la cui interpretazione è affidata ai lettori affamati di gossip. La capitale della Bulgaria, Sofia, è una città dove il mistero e la meraviglia convivono. Nella stampa internazionale si è parlato del suo sottosuolo posando l'attenzione più sulle sue fognature che sull'oro delle sue viscere, ma credo che soltanto le parole di Leonardo da Vinci potrebbero rendere giustizia a misteri che, come sempre, non sono che proiezioni di osservatori ignoranti: "[...] paura e desiderio, paura per la minacciante e scura spilonca, desiderio per vedere se là dentro fusse alcuna miracolosa cosa". Da Sofia i nostri eroi si dirigono verso sud, fino alle montagne che la separano dalla Grecia, i Rodopi. Qui, nella città di pietra di Perperikon, comincia il viaggio nel mistero dei Traci, la cui storia è affidata al mito o all'immagine che di essi avevano altre civiltà, in particolare i Romani, non conoscendo questo popolo la scrittura. Ma se è vero che i sogni ci possono illuminare più dell'osservazione della realtà è, in questo caso, altrettanto vero che Orfeo e Spartaco ci raccontano della poesia e della forza nonché dello stile e della spinta verso la libertà di un popolo la cui arte aurea raffinatissima sembra rappresentare l'inutilità della parola scritta (vengono in mente i disegni senza parole dei grandi grafici umoristi il cui significato è comprensibile in tutto il mondo). In un'epoca come la nostra, dove tutto ha un prezzo, il mito tracio di Re Mida, oltre a ricordarci della relatività della ricchezza, ci spiega che la conoscenza non ha prezzo ed è condivisibile senza che debba essere divisa; che le orecchie di somaro sono l'unico risultato di chi tutto vuole senza niente essere. L'omaggio agli attori Kirk Douglas e Totò in effetti viene ad essere l'omaggio al cinema del dopoguerra, quando l'incanto e la meraviglia, il riso e il pianto (liricamente rappresentato nel lacrimarium) andavano di pari passo con una realtà di cui ognuno si sentiva partecipe a livello progettuale ed esecutivo. Oltre i Rodopi, verso Est, nella Turchia più bella, i nostri eroi concludono la loro avventura nella città di Troia che, stando al racconto che segue, fu fondata dai Traci. Podaria di fronte alle mura della città fa l'effetto di un cavallo di Troia ante–litteram, ma, come vedremo, nel podismo la Storia è sempre un'altra storia.
Since 1984 - ©
Aerostato, Seattle - All Rights Reserved.