Questa nuova avventura di "Via col tempo" sa dell'incredibile! Il viaggio nello spazio-tempo è come un brano del grande violinista Nicolò Paganini, non può essere ripetuto, perché in entrambi i casi lo sforzo emotivo, intellettuale e fisico necessario per un bis andrebbe al di là dell'energia di cui un individuo può disporre nell'arco della sua vita. A meno che questo individuo non sia emotivamente, intellettualmente e fisicamente un podista. Ed ecco che, a differenza dell'unica avventura intrapresa dal Viaggiatore nel Tempo (così è chiamato il protagonista del racconto di Herbert George Wells, già ricordato nell'introduzione all'episodio della Preistoria), le stupefacenti escursioni del professor Einscarpein (accompagnato da Corrado e dal cane Bobi) sono arrivate al quinto movimento, quello dei Samurai. Sull'onda della crisi petrolifera a livello mondiale, guarda caso, cambia anche il propellente che muove Podaria: questo non è più il "pensiero" estratto dalle meningi di Cartesio, un prodotto ormai non più competitivo sul mercato, ma è l'"adattamento" ai cicli storici suggerito da Giambattista Vico, che ci passano accanto in questo terzo millennio (e non è un caso che la visione spazio–temporale del filosofo napoletano sia vicina a quella propria delle filosofie orientali). L'episodio parte dalla Francia, introdotta dal profilo inconfondibile di Saint-Paul-de-Vence, e, considerato che il Giappone in Francia è sempre stato di casa, come si potrà constatare inoltrandoci nella lettura di questa BD (o bédé o bande dessinée), è verosimilmente ipotizzabile che Podaria sia stata risucchiata e introdotta nello spazio-tempo dei Samurai da un ciclo e riciclo storico che per potenza e meraviglia potrebbe essere definito un "Tour de France" in più. Ma è lo stesso professor Einscarpein che ci indica subito il nuovo tipo di combustibile di Podaria quando parla del metodo "camminando si impara", veramente agli antipodi del vecchio "Penso dunque sono... più veloce della luce" usato nell'episodio della Preistoria. Si deve aggiungere che la barriera linguistica costituita dalla totale differenza degli alfabeti è stata superata, con la leggerezza e l'eleganza di un vincitore della maratona di New York, grazie alla correlazione esplicita dei linguaggi grafici. Le stampe giapponesi di Utagawa Hirosige, Katsushika Hokusai, Kitagawa Utamaro e degli altri silografi del periodo Edo hanno attraversato prima l'arte dell'Ottocento francese e poi i fumetti del Novecento di tutto il mondo. I fumetti nascono con le comunicazioni di massa a cavallo tra Ottocento e Novecento e questa nuova arte ha le sue radici in terra nipponica! Ecco come viene introdotto "Dick Tracy" di Chester Gould in una rivista specializzata dell'aprile 1975 ("Il mago"): "Il più bel fumetto d'avventura che sia mai stato fatto, specialmente per il disegno, che è una sintesi del miglior gusto moderno grafico, con antecedenti nei grandi silografi giapponesi (per esempio Hokusai) e nei maestri della grafica espressionista tedesca (per esempio Grosz)". Un'ultima cosa da notare in questa caldissima estate fiorentina, quaranta estati dopo la per altri versi caldissima estate parigina del 1968, che sconvolse New York come Tokio, Berlino come Praga, Barcellona come Madrid, Londra come Roma e via correndo, è il finale del racconto, che arriva automatico, non programmato e non pensato come se la storia, sfuggita di mano e risucchiata dal ciclo e riciclo storico, venisse vista per la prima volta: e viene da riderci di gusto. Dopo l'Arte per l'Arte è arrivato il momento del Camminare per il Camminare.
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