Il viaggio nel mondo greco del Professor Einscarpein, Corrado e Bobi è circoscritto, pur con gli inevitabili mitici sconfinamenti visto l'argomento, in un arco di tempo che va da Omero alle Olimpiadi del 338 avanti Cristo. L'incipit è la rottura di un prezioso vaso da parte di Corrado mentre gioca a pallone. La mamma lo manda a fare podismo, sicuramente meno dannoso del calcio. Durante il jogging incontra il professor Einscarpein che aveva appena letto un articolo sul Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, con la F maiuscola. Si, perché con la lettera minuscola, la faenza altri non è che una terracotta non porosa. E a proposito di arte c'è da dire che solo un insegnamento vivo fa capire... i capitelli. La prima notizia di cui si viene a conoscenza non è allegra: Chilone di Sparta ci ricorda che si può morire dalla gioia così come dal ridere. Il viaggio di Podaria questa volta va oltre il tempo e valica i confini del mito essendo quest'ultimo parte essenziale della realtà dei Greci. La prima tappa è l'Arcadia, dove al posto delle corse campestri si fanno le pastorali. L'Arcadia si estende, in realtà, al centro del Peloponneso, regione della Grecia. Era una terra abitata quasi esclusivamente da pastori, fu scelta per questo dalla poesia ellenistica e poi romana a simbolo di vita semplice e serena. Si ebbe così una poesia pastorale detta arcadica, che attraversò il tempo per secoli e secoli se si pensa che rappresentanti furono tra i Greci Teocrito e fra i Romani Virgilio, fino ad arrivare, con Metastasio, all'Italia del Seicento. Nonostante nel V secolo avanti Cristo la storia emerga dal mito e la logica del racconto faccia capire che lo sbarco da Podaria avvenga proprio in tale epoca i nostri eroi sembrano vivere dentro un dizionario mitologico. Ed ecco allora il Centauro, l'Idra di Lernia, Crono (orgogliosamente munito di orologi neanche tanto primitivi), Achille piè veloce. Il tutto si spiega col fatto che avanti Cristo la gente, i giganti, i mostri e tutto il caos circostante ignoravano di vivere avanti Cristo. Crono, il Saturno dei Romani, aveva la brutta abitudine di mangiare i proprio figli. Ce l'ha ancora a dire il vero visto che tutto era e tutto è simbolico. Il Tempo in effetti tutto crea e tutto consuma. Una tragedia che i Greci riuscivano a rendere poesia con l'aiuto di Ermete, che presso i Romani prende il nome di Mercurio. La famosa principessa che trasforma il principe in rospo è equivalente alla maga Circe che trasforma i compagni di Ulisse in maiali, ma in entrambi i casi si parla della realtà vista in profondità, attraverso l'intelligenza dell'immaginazione. Un'allusione riguardante l'esattezza della scienza e l'ambiguità dell'arte ci introduce alla modernità della cultura greca: così come nel film di Woody Allen "Mighty Aphrodite" ("La dea dell'amore") del 1995 maschere greche sono immesse in un musical americano, così Corrado ed il professor Einscarpein si ritrovano con un gruppo di podisti teatral-musical-danzanti in un clima utopistico dove l'abbattimento delle barriere spazio-temporali è luogo di avventura e di humor. Ed ecco il giambico, la metrica usata dal satirico e dall'umorista. D'altra parte il grande André Breton affermò una volta per tutte che tutto ciò che è privo di humor puzza di stantio. E in questo senso scorrono gli spazi e i tempi sotto il piede volante dei nostri eroi: le già misteriose Meteore della Tessaglia, l'oscuro Periodo Geometrico dell'arte greca. Eh si, quando il gatto con gli stivali non c'è, i topi di biblioteca ballano: umoristica metafora del "rubare" nel senso della sottrazione senza remore del patrimonio artistico, molto in voga nel passato, specialmente nell'Ottocento, secolo peraltro splendido per aver dato i natali a Giulio Verne, Rudyard Kipling, i fratelli Lumière nonché al mitico podista Dorando Pietri. A proposito di "remore": il professor Einscarpein, evidentemente fresco di lettura del libro "Sommario della storia naturale delle Indie" di Gonzalo Fernández de Oviedo fa una lezione improvvisata spiegando che le remore sono pesci marini tropicali che aderendo ai pesci più grossi e venendo usate, per tale motivo, dagli indios come esche, inibiscono il libero navigare. Mentre la macchina del tempo si dirige verso le Olimpiadi, spazio-tempo 338 aC, dall'alto viene inquadrato Filippide che corre la famosa Maratona-Atene del 490 aC, con i suoi 42,195 chilometri che fanno, è il caso di dirlo, epoca. Teocrito insieme a Teodorakis, Teodorakis insieme a Mireille Mathieu. Interessante la spiegazione di Eiscarpein sulla differenza tra le prime Olimpiadi e quelle moderne. Nate nel 776 aC sono imperniate inizialmente soltanto su un unico sport: la corsa. Dal 338 aC in poi si gareggia invece a molti livelli. La mente del Professore, più veloce della luce, mentre il suo corpo è nel passato fa un balzo di quindici secoli nel futuro e si ritrova à la fin du siècle, ancora l'Ottocento quindi, la Belle Epoque del barone Pierre de Coubertin (che a pensarci bene però, rispetto all'epoca che Einscarpein e Corrado vivono abitualmente, sempre di passato si tratta). E parlando di Grecia non si può non ricordare l'eredità più più importante avuta da questa civiltà: la Democrazia. Oddio, era molto più facile vivere serenamente la democrazia quando ogni democratico aveva i suoi bravi schiavi che pensavano al lavoro sporco operando legalmente in nero; comunque, anche nella nostra epoca, niente può la forza bruta contro la democrazia: basta avere un bel paio di gambe allenate ed essere più veloci dei bruti stessi. Una sbirciatina nella Sparta del VI secolo aC per assistere dal vivo all'episodio riferito da Plutarco della madre che, rivedendo il figlio tornato a casa dopo una battaglia dove sono caduti tutti i suoi compagni, gli rompe in testa una tegola, nel fumetto diventata un vaso per licenza poetica, rappresenta un ottimo congedo senza mitizzazioni dal mondo greco. Il luminoso presente è circoscritto da una canzone di Patty Pravo sullo spazio ("Qui e là") nonché dalle teorie di Giovan Battista Vico sul tempo (corsi e ricorsi storici che diventano corse e ricorse...). Un finale all'insegna dello splastick (stile basato su esercizi acrobatici, rincorse, inseguimenti, salti e piroette), della bibliofilia (omaggio ai vecchi mercatini di libri usati), della cultura come luce opposta alle tenebre, e del desiderio come oscuro oggetto. Leggere per credere.
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