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1000 - 1 aC

Per la prima volta il professor Einscarpein, Corrado e Bobi si ritrovano a viaggiare nel tempo senza Podaria, come si scoprirà leggendo questo episodio degli Etruschi. Entra in scena l'inconscio, i sensi da cinque diventano milioni come accade nei sogni nonché ne L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna di Cyrano de Bergerac. In effetti una delle idee principali che troviamo in questa storia proviene da un sogno di tanti anni fa. Una casa con oggetti non utilizzabili, sculture di oggetti adatte solo per esseri umani divenuti essi stessi sculture. Rimane la forma, magari tridimensionale, ma non più viva. Eppure questa forma è linguaggio, un linguaggio attraverso il quale gli antichi popoli ci parlano e ci raccontano. Il jazzista Stefano Coco Cantini rimette in moto, d'altra parte, uno di questi oggetti, l'aulòs, raffigurato in un affresco della tomba Giustiniani a Tarquinia riportando in tal modo alla luce una musica di 2500 anni fa. Questa un'altra delle idee di base della storia, per niente onirica, legata alla ricerca archeologica, trovata in un articolo su La lettura del Corriere della Sera del 29 novembre 2015. Dal punto di vista scientifico l'altro pilastro viene dalla lettura di certi articoli divulgativi, tutti orientati a spiegarci come veramente viaggeremo nel tempo, ma anche libri, come per esempio quello di Allen Everett e Thomas Roman, Come viaggeremo nel tempo, Il Saggiatore 2016. Questo nono viaggio, in ogni caso, ha il sapore di un ritorno a casa considerato che sotto il controllo degli Etruschi era stata quasi tutta l'Italia prima dell'avvento di Roma. Un sapore di libertà, mistero, enigma di fronte a una Roma conquistatrice e perennemente sul piede di guerra, come già rappresentata mirabilmente nei fumetti di Asterix. Gli Etruschi collegati nell'inconscio, quindi, alla vitalità e alla caducità del destino, un chi vuol esser lieto sia ante litteram. Una caratteristica che d'altra parte influenzò anche lo scrittore inglese David H. Lawrence che racconta di un suo viaggio in Etruria nel 1927 osservando come in Italia l'elemento etrusco è come l'erba del campo. I germogli del grano: sarà sempre così (citazione da Giovannangelo Camporeale, Gli etruschi. Storia e civiltà, Utet 2016). Talmente di casa si sentono i nostri eroi nello spazio-tempo etrusco da trasformarsi in esseri viventi-macchine del tempo e infatti è Podaria, quasi un Bobi-macchina, a seguirli o ad aspettarli. Podaria rimane nel secolo XXI mentre Corrado, Bobi ed Einscarpein vengono sbattuti nel passato dopo essere stati travolti da un'onda gravitazionale evidentemente anomala. Immediatamente poi Podaria segue il nostro trio mediante un meccanismo inconscio condensato nella formula: "Penso dunque ho sonno". Ma i protagonisti si ritrovano ad essere in fuga dal passato e risbattuti nel presente incappando nella linea disegnata dall'ombra della sera, linea attraverso la quale arrivano i tachioni (ipotetiche particelle che viaggerebbero a velocità superiori a quella della luce), in questa storia strumenti di viaggi musicali jazzisti. Infine il professor Einscarpein per far tornare Podaria nel presente userà uno stratagemma che si scoprirà solo leggendo il fumetto. Questa storia finisce in Francia dall'amica Brigitte dando inizio in questo modo a les grandes vacances del 2016 nella conosciuta, ma sempre nuova, mediterranea Douce France. Intanto mettendo a posto la libreria ho ritrovato un documento del mio amico Graziano Braschi stampato presso il Gruppo Stanza che offre un'ulteriore informazione sul funzionamento di Podaria pur parlando di un altro meccanismo. Il titolo è Un postelegrafonico genovese. Questo il testo: "Un postelegrafonico genovese acquistò qualche tempo fa un orologio su una bancherella. Nonostante il perfetto funzionamento del pataccone, l'uomo incuriosito dell'assoluto silenzio dei congegni (non un minimo ticchettìo, un esilissimo ronzio o sfrigolìo, diosanto!), ne aprì con precauzione la cassa. L'interno era completamente vuoto! Neppure la più piccola, inutile ruzzolina! Dopo un accurato esame, insigni scienziati avrebbero appurato che l'orologio si muoveva di sua volontà, spinto da una forte devozione verso l'ambulante e pataccaro venditore".

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