Il Passatore al cinema
Le vicende di Stefano Pelloni hanno ispirato negli anni Quaranta anche una produzione cinematografica. Tratto dal romanzo omonimo di Bruno Corra, il film drammatico dal titolo "Il Passatore" (in bianco e nero e della durata di 95 minuti) è uscito nel 1947 per la regia di Duilio Coletti, prodotto e distribuito dalla Lux Film italiana. Il brigante romagnolo, interpretato dal Rossano Brazzi, si vede togliere la fanciulla amata da uno zio di lei, sacerdote, che la vuole sposa ad un altro giovane. Preso dalla gelosia costui uccide il rivale e si dà alla macchia. Con il soprannome di Passatore diventa ben presto un brigante temuto in tutta la Romagna anche se la sua generosità verso i più poveri lo rende molto popolare. Nella lotta intrapresa contro la società fa numerose vittime compreso il sacerdote che egli considera la causa prima dei suoi mali. La donna amata, davanti al corpo senza vita dello zio, inveisce contro il Passatore con orrore e sdegno, ed essa stessa guida una spedizione nel bosco per catturarlo. All'ultimo momento però, rinasce in lei l'antico amore e per salvare il Passatore gli fa scudo col proprio corpo rimanendo uccisa. A questo punto l'inafferrabile bandito perde ogni interesse per la vita e sceglie di farsi uccidere da un compagno che intascherà la taglia di tremila scudi messa sulla sua testa. Nel cast anche Alberto Sordi che interpreta uno dei briganti. Tra gli altri interpreti ricordiamo Valentina Cortese nella parte di Barbara, Carlo Ninchi (Don Morini), Camillo Pilotto (conte Ghilardi), Liliana Laine (contessa Isolina Ghilardi), Gualtiero Tumiati (padre del Passatore), Bella Starace Sainati (madre del Passatore), Giovanni Grasso (Gigiazzo), Carlo Campanini (Peppino), Folco Lulli (Il Monco), Memmo Carotenuto (brigante), Luigi A. Garrone (brigante), Alfredo Anghinelli (brigante), Piero Palermini (brigante), Eugenio Galadini (brigante), Carlo Tamberlani (maresciallo Borghi), Enrico Luzi (studente), Agnese Dubbini (una signora). La sceneggiatura del film è a cura di Duilio Coletti, Federico Fellini, Tullio Pinelli, Cesare Zavattini, Ugo Betti; fotografia di Carlo Montuori; musiche di Enzo Masetti; montaggio a cura di Mario Serandrei; scenografia di Ottavio Scotti; costumi di Vittorio Nino Novarese.
"Fuori uno, sotto un altro... arriva Il Passatore" è un altro film dedicato alle gesta di Stefano Pelloni, uscito nel 1973. Mentre un inetto funzionario della polizia gli dà inutilmente la caccia, il bandito Stefano Pelloni, detto il Passatore, mette a segno un colpo dietro l'altro, giungendo persino - mentre nel romagnolo teatro di Forlimpopoli è in corso uno spettacolo cui assiste il cardinal legato in persona - a presentarsi in sala con la sua banda al completo ed a depredare gli spettatori di tutto il loro denaro. Fortunato in amore come nel brigantaggio, astuto quant'altri mai, il Pelloni riesce quindi - nonostante che a dargli filo da torcere sia ora lo stesso capo della polizia, Zambelli, già suo compagno di seminario - a sottrarre Garibaldi alle guardie austriache che lo inseguono. Deciso ad intrappolarlo e servendosi di un ambizioso bandito finito nelle sue mani, Zambelli gli tende allora un tranello, attirandolo a Castrocaro, con la mira di un furto di gioielli ai danni di una falsa arciduchessa d'Austria. Stavolta, il Pelloni si trova in seria difficoltà, ma sarà lo stesso capo della polizia a consentirgli la fuga, a patto che egli abbandoni per sempre il brigantaggio. Nel cast di questa commedia troviamo Cristea Avram, Sal Borgese, Umberto D'Orsi, Edwige Fenech, George Hilton, Chris Huerta, Helga Liné, Jack Logan, Lucrezia Love, e Marco Migliozzi. La regia è di Giuliano Carmineo, la sceneggiatura a cura di Tito Carpi, Nanda Migliozzi, e Gustavo Quintana. Il film è uscito nelle sale spagnole con il titolo di "El Audaz aventurero" e "Un Casanova en apuros", in quelle americane come "Holy God, Here Comes the Passatore!" (in quelle britanniche con il titolo simile di "Holy God, It's the Passatore") mentre nella Germania dell'est è stato intitolato "Wenn Engel ihre Fäuste schwingen".