Vita e opere di Dino Campana
Dino Campana, nato a Marradi il 20 agosto 1885, è stato un famoso poeta italiano, noto oltre che per la composizione di scritti letterari e poetici conosciuta sotto il nome di "Canti Orfici", anche per la sua tempestosa relazione sentimentale con la scrittrice Sibilla Aleramo. Il suo nome è stato spesso accostato a quello della corrente dei poeti maledetti. La sua esistenza tormentata ed errabonda fu costellata da difficoltà ed egli conobbe le più tristi esperienze. Figlio di Giovanni, insegnante di scuola elementare dal carattere debole e nevrotico, e di Fanny Luti, donna compulsiva e severa, Dino trascorre l'infanzia in modo apparentemente sereno a Marradi ma, a circa dodici anni di età, gli vengono diagnosticati i primi disturbi nervosi che non gli impediranno comunque di frequentare i vari cicli di scuola. Compie la quarta e quinta ginnasio presso il collegio dei Salesiani di Faenza, poi gli studi liceali in parte presso il Liceo Torricelli di Faenza, in parte a Carmagnola in Piemonte presso un altro collegio, ma quando rientra a Marradi, le crisi nervose si acutizzano come pure i frequenti sbalzi di umore, sintomi dei difficili rapporti con la famiglia e il paese. Il futuro poeta a Carmagnola ottiene la licenza liceale. Nel 1904 si iscrive presso l'Università di Bologna, alla Facoltà di chimica pura, per passare - l'anno seguente - alla Facoltà di chimica farmaceutica a Firenze, ma non riesce a portare a termine la sua carriera scolastica ed ha difficoltà a trovare un ordine interiore e una sua vera identificazione. Il suo unico punto di riferimento è la poesia e alla poesia dedicherà e sacrificherà, tra esaltazione e disperata follia, i suoi giorni.
Dino Campana espresse la sua "diversità" con un irrefrenabile bisogno di fuggire e dedicarsi ad una vita errabonda. La prima reazione della famiglia e del paese, e poi dell'autorità pubblica, fu quella di considerare le stranezze di Campana come segni lampanti della sua pazzia. Ad ogni sua "fuga", che si realizzava con viaggi in paesi stranieri dove faceva i mestieri più disparati per sostenersi, seguiva, da parte della polizia il ricovero in manicomio. Tra il maggio e il luglio del 1906, Campana compie una prima fuga in Svizzera e in Francia che si conclude con l'arresto a Bardonecchia e il ricovero ad Imola. Nel 1907, i genitori di Campana non sanno più che fare di fronte alla follia del figlio e lo mandano in America Latina presso una famiglia di compaesani emigrati. Il viaggio in America rappresenta un punto particolarmente oscuro della biografia di Campana: se alcuni arrivano a chiamarlo "il poeta dei due mondi", c'è anche chi invece sostiene che, in America, Campana non ci andò neppure. L'ipotesi più accreditata è che sia partito nell'autunno 1907 da Genova ed abbia vagabondato per l'Argentina fino alla primavera del 1909, quando ricompare a Marradi, dove viene arrestato. Dopo un breve internamento al San Salvi di Firenze, parte per un viaggio in Belgio, ma viene di nuovo arrestato a Bruxelles e viene poi internato a Tournai all'inizio del 1910. Chiede aiuto alla sua famiglia e viene rimandato a Marradi.
Tra il 1912 e il 1913 Campana compone i versi che diventeranno poi la sua opera più significativa: i "Canti Orfici", una raccolta pubblicata a sue spese nel 1914 che contiene un poema in due parti ("La notte"), sette poesie ("I notturni"), una prosa diaristica su di un viaggio alla Verna e altre dieci fra poesie e prose liriche. Segue una sezione di "Varie" che comprendono due frammenti, sette prose liriche ed il poemetto "Genova" in sette parti.
Nel 1913 si reca a Firenze presentandosi nella redazione della rivista "Lacerba" a Giovanni Papini e ad Ardengo Soffici, cui consegna il suo manoscritto dal titolo "Il giorno più lungo". Non viene preso in considerazione ed il manoscritto va perduto (sarà ritrovato solamente nel 1971 tra le carte di Soffici).
Nel 1918 Dino Campana viene internato presso l'ospedale psichiatrico di Castel Pulci, presso Scandicci (Firenze) dove muore nel marzo del 1932.