Marevivo
Ma cosa succede? Di corsa fino a Roma? Ma siete pazzi? Queste erano le domande che si sentivano ad Alfonsine, nella primavera del 1986. Ormai il podismo, la corsa su strada avevano un'età che si prestava a fare qualcosa di nuovo, qualcosa di impensabile fino a poco tempo prima. La corsa, come fenomeno sociale, era entrata nell'età dell'adolescenza e l'adolescenza non è l'età dei sogni, delle fantasie, dell'utopia?
Come spesso succede, un gruppo di intellettuali aveva sottoscritto un appello per una causa ecologica con ovvie implicazioni sociali, politiche ed economiche. Gli appelli sono un po' come le prediche: spesso finiscono nel vuoto! Però si continua a produrne di nuovi perché l'uomo conserva, nel suo cuore, la speranza che qualcuno ascolti, che qualcuno lo raccolga, che qualcuno si metta in moto, che qualcuno faccia qualcosa, che qualcuno, come dicono certi politici, dia gambe alle parole.
E noi adolescenti del podismo scopriamo, che un gruppo di intellettuali e di artisti tra cui Alberoni, Antonioni, Bertolucci, Bevilacqua, Biagi, Fellini, Levi, Pavarotti, Prodi, Zavattini, Zavoli e tanti altri avevano lanciato un appello per la salvezza del mare Adriatico.
"L'Adriatico si è messo a morire. Un pezzo di natura abitata, conosciuta e prediletta da milioni di persone rischia di essere irrimediabilmente compromessa. La proliferazione delle alghe ha raggiunto dimensioni non più tollerabili, con conseguenze altamente dannose per la balneazione e per la pesca. Fiumi sempre più neri viaggiano con la loro morte verso il mare... Una società come la nostra, abnorme, concitata ed astratta, non può vivere una tragedia di tale ampiezza col senso dell'impunità o girando lo sguardo per non vedere. Noi vi scongiuriamo, intanto, di allarmarvi. Poi di unirvi a noi, per potere infine condividere l'austera gioia di aver salvato un angolo del mondo".
Quell'appello sembrava scritto per noi! Nella polisportiva Milleluci si inizia a sognare e poi a parlare, a raccontarsi i propri sogni, a discutere, a polemizzare, a scontrarsi, perchè non eravamo certo tutti d'accordo! Però la cosa va avanti, l'entusiasmo è contagioso e così si propaga tra di noi, ormai siamo un corpo unico, ci sentiamo forti, forti e grandi ed allora cominciamo a crederci, a crederci per davvero. Ormai non ci ferma più nessuno, siamo un fiume che rompe gli argini! Ma poi ci guardiamo in faccia e vediamo che siamo tanti si, ma siamo un po' pochini per il compito che ci attende. Così nasce una parola d'ordine: coinvolgere. E così partiamo alla carica, alla carica del Comune di Alfonsine, degli enti locali, delle scuole, del sindacato, delle associazioni ambientaliste, delle istituzioni, per essere di più, per contare di più, per portare a Roma un appello che sia forte, forte e incisivo, perché vogliamo un mare pulito, perché vogliamo portarci i nostri figli, perché vogliamo giocare con loro.
E poi non siamo negli anni ottanta? L'era degli sponsor? Ed allora partiamo alla caccia degli sponsor, degli sponsor che hanno una sensibilità per le questioni ecologiche. La Coop ci viene incontro, ma non basta, per avere attenzione ci vuole anche qualcosa d'altro, ci vuole qualcuno che sia conosciuto, perché le telecamere, i giornali così vengono più volentieri...
Ed allora che c'è di meglio che coinvolgere il gotha della maratona nazionale ed internazionale per un prologo?
Come dice un proverbio cinese, "Il primo passo è il più importante", spesso tradotto in "chi ben inizia è a metà dell'opera". Mentre siamo in piazza Gramsci ad Alfonsine, immersi in un'atmosfera di festa con musica e balli, da Comacchio arriva il gruppo dei maratoneti che ci portano i messaggi da Ferrara e dai lidi ferraresi: E chi c'è nel gruppo? Pizzolato fresco vincitore delle ultime due maratone di New York, Magnani vincitore di una Coppa Europa, Laura Fogli vicecampionessa europea e poi Pambianchi, baffoni e petto in fuori, impavido, un D'Artagnan della corsa su strada.
Non capita tutti giorni di avere vicino atleti di livello internazionale che poi ci ringraziano per l'invito. Grazie a voi, grazie alla vostra coscienza che non è stata annebbiata dalla celebrità e dal profumo del denaro, ma che è sensibile al proprio mare, al proprio ambiente, alla propria natura e che spende il proprio sudore per una causa ambientale.
Solo il tempo di qualche foto e alle ore 18 e zero zero, Augusto, il primo staffettista di Marevivo parte, destinazione Roma. Dietro di lui, la carovana con i ciclisti, i motociclisti con i radioamatori, il pulmino con i viveri e gli altri staffettisti in attesa del proprio turno. Dal paese delle nebbie, prosciugato dalla palude ci si dirige verso la riviera romagnola. A Cesenatico, piazza Garibaldi è piena di bambini, genitori, di disegni tappezzati sui muri e di palloncini multicolori che vengono lanciati in cielo. Tra una musica e l'altra, dall'altoparlante vengono lette poesie di bambini. Dice quella di Diego: "Ieri sono andato al mare, era nero. L'altro giorno era rosso. Dove è finito il mare azzurro che ho visto solo nei quadri?". A Bellaria gran rustida di pesce azzurro sul porto canale, col mare sporco e mosso. A Pesaro, verso le tre di notte c'era ancora gente e poi decine di podisti e cicloturisti hanno scortato la carovana, facendo scoppiare uno degli staffettisti, sulle colline di Fossombrone. Al passo del Furlo, verso le sei di mattina arriva, in ritardo, perché tamponato in autostrada, il megapesce della Coop con maschera antigas, il pesce terracqueo, simbolo della carovana. Un commento a caldo: "Per i pesci non c'è pace nemmeno fuori dall'acqua!". A Spello, paese gemellato con Alfonsine, il caloroso abbraccio della città è ostacolato dal maltempo e, di conseguenza, buona parte delle iniziative previste devono essere soppresse. Con la gente umbra, si brinda con lo spumante alla buona riuscita della manifestazione, l'entusiasmo fra i componenti della carovana è sempre molto grande, i più gagliardi, per tenersi in forma, danno calci ad un pallone. Poi di nuovo in piazza, per ascoltare qualche nota della banda, discorsi, balli e, riformata la carovana, alle 21,30 si riparte per lo strappo finale.
Nel frattempo il cielo si è schiarito e per l'indomani si preannuncia una giornata calda. Nel cuore della notte, Alberto tocca Spoleto, uno degli angoli d'Italia più suggestivi, carica di storia, di cultura, punto d'incontro tra i popoli e, mentre albeggia, sui tormentati saliscendi delle colline laziali, entra in scena Loredana, unica donna della staffetta.
E poi l'ultimo balzo verso Roma per consegnare le centinaia - ma cosa dico? - le migliaia di appelli raccolti nella cassetta, ai rappresentanti del governo, per indurli a salvare il nostro mare.
Alle 11, ad attenderci sul Ponte Milvio, troviamo un gruppo di persone con uno striscione azzurro, con la scritta "Il mare deve vivere": sono gli insegnanti, i genitori e gli studenti della scuola media di Alfonsine che si uniscono ai podisti del Milleluci e alla carovana per percorrere insieme gli ultimi chilometri e poi sorpresa, anche il sindaco, coinvolto dalla kermesse popolare, rompe gli indugi ed inizia a correre affiancando la staffetta.
Finalmente si raggiunge Piazza di Siena. Nel cuore di Villa Borghese, tra i pini svettanti salgono alte le volute delle rustide, ci sono pure gli aquiloni dei cervesi e tanti palloncini colorati. Tutti in allegria, per la conclusione della staffetta podistica "Marevivo". Ed ancora canti, balli e i discorsi degli oratori, di Luigi, anima dell'iniziativa, che ha portato nel mondo della corsa, la sua sensibilità ambientale. Viene letto l'emblematico appello degli studenti di Alfonsine: "Voi industriali, allevatori, agricoltori, cittadini accecati dall'avidità, non avete pensato che il mare si sarebbe ammalato? Voi uomini di legge, non avete provveduto a redigere dei regolamenti volti a salvaguardare il mare? Voi sindaci di tutti i paesi, perché non avete vigilato sul territorio? È ora di correre ai ripari..."
Con queste parole la carovana si scioglie. Marevivo ci ha regalato e ha regalato mille emozioni, si torna a casa stanchi, ma soddisfatti per l'esperienza vissuta. E qualcuno sulla strada del ritorno, comincia già pensare ad una prossima staffetta...