Giacomo, l'istinto indomabile
Quando incontro Giacomo, mi vengono in mente le parole di Adriano Celentano: "Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso in via Gluck, in una casa fuori città...". Eh si, perché Giacomo è atleticamente nato per caso, nel lontano 1978, quando non ancora diciottenne, partecipò, per spirito d'avventura o forse per incoscienza, ad una delle prime edizioni della "100km del Passatore", concludendo in un tempo prossimo alle diciotto ore!
Gli inizi non furono certo esaltanti, ma la sua passione unita a buone doti tecniche, lo hanno portato, un po' alla volta, a migliorare le sue prestazioni, fino a diventare nel 1999 campione italiano dei centochilometri su strada in 7:30.25.
Ma come è potuto succedere tutto ciò? Giacomo si allena in orari insoliti, non segue tabelle, programmi e per tanti anni si è lasciato guidare unicamente dalle sue sensazioni e dal suo istinto. Ma da qualche anno a questa parte, si è avvicinato prima alla medicina sportiva e poi ad un tecnico del mezzofondo, naturalmente a piccole dosi, perché in cuor suo, regna sovrano l'istinto, ma si sa anche le dittature, col tempo, tendono ad ammorbidirsi.
Giacomo si esalta per le imprese "impossibili" e per le condizioni ambientali avverse: pioggia, vento, freddo, caldo, neve ed io, che sono stato spesso, un suo compagno di allenamento, faticavo a tenere il suo ritmo, perché diventava incontenibile.
Giacomo, umile e modesto, è atleta di poche parole. Egli è mosso da spinte difficilmente decifrabili dalla logica comune, direi da stati umorali. Per lui la "100km del Passatore" forse rappresenta una donna avvolta nel mistero, di cui non parla con nessuno per non svelare il segreto che l'attrae.