Il debutto
"Il passaggio dal passo alla corsa è un dono
che una macchina non sostituirà mai"
Jean Giradoux
Nella storia di ogni uomo c'è una prima volta, una prima volta che può essere vissuta con apprensione, con trepidazione, con euforia, con piacere e con mille altri stati d'animo. Tanti sono i modi di vivere la prima volta, così come tante sono le emozioni che vive l'uomo.
Del mio debutto ricordo la data, perché per me è stata una nuova venuta al mondo e le date che segnano una rinascita non si possono dimenticare!
Il mio esordio è avvenuto a Bussecchio, nell'immediata periferia di Forlì, al primo "Giro podistico dell'aeroporto", sulla distanza di 11,400 chilometri. Quel giorno era il primo dicembre 1974, la giornata era fredda, solare e luminosa, in sintonia con il clima invernale. Chissà forse c'era qualcosa di magico nell'aria!
Da qualche anno si organizzavano gare podistiche, marce non competitive e camminate che raccoglievano l'adesione di tante persone, spesso a digiuno di qualsiasi attività fisica ed anch'io, analfabeta della pratica sportiva, sotto la spinta di alcuni amici, decisi di partecipare ad una corsa podistica.
Per il mio esordio, mi presentai alla partenza con un abbigliamento da "atleta di rango", da temerario: canottiera e calzoncini corti, nonostante la fredda temperatura e la totale disabitudine all'attività sportiva. Nell'aria si respirava un forte odore di olio canforato che mi saliva fino alle narici e mi entrava nei polmoni. L'olio canforato, si diceva a quei tempi, aiutava a riscaldare i muscoli ed anch'io mi sottoposi al rito del massaggio pre-gara. Eravamo oltre un migliaio e, dopo un'attesa che mi parve interminabile, il mossiere, armato di fucile, salì sul rimorchio, per l'occasione adibito a palco e sparò il colpo a salve che diede il via alla gara.
Cominciai lentamente a correre, spinto dall'entusiasmo, dall'allegria degli altri partecipanti e dal pubblico incuriosito dalla massa festante dei podisti. I primi chilometri trascorsero velocemente, nonostante l'assenza di allenamento poi, verso la metà del percorso, iniziai a sentire le gambe pesanti e man mano che proseguivo le mie gambe diventavano sempre più dure e rigide per cui dovetti alternare il passo alla corsa. Avvertivo anche dolori muscolari in tutte le parti del corpo, il cuore che mi batteva dappertutto e poi le vesciche ai piedi, le fitte al fegato...
Eppure quel primo impatto, per certi versi così poco piacevole, mi ha portato il germe della passione che sarebbe scoppiata poi, molto lentamente, di lì a qualche anno, cambiandomi la vita e che mi avrebbe portato a correre per vivere, come recitava uno dei primi slogan e a custodire quel bene prezioso, come qualcosa di sacro!