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Birra, maratona e pollo alla brace

La maratona di Monaco è, forse, l'unica maratona, che ricalca completamente il percorso di una maratona Olimpica, dove Frank Shorter, pur "beffato" da un tedesco burlone, iscrisse il suo nome nell'albo d'oro dei Giochi Olimpici del 1972.

Monaco di Baviera è la capitale della birra ed in omaggio a ciò, insieme a Danilo, gran frequentatore dell'October Fest, iniziamo il nostro soggiorno entrando nella birreria più antica della città: Hofbrauhaus, dove servono solo birra in bicchieri da un litro. Sulle tavolate colme di boccali vuoti, molti clienti cominciano ad intonare cori e ad ondeggiare. Quale modo migliore per entrare immediatamente nell'atmosfera di questa città?

La vigilia della maratona, dopo aver ritirato il pettorale e il pacco gara, ci presentiamo allo Spaghetti party che viene offerto nella zona adiacente allo stadio olimpico, che pur essendo al coperto è attraversato da un vento gelido. Gli spaghetti sono di grano tenero, morbidi, sembrano scotti, ma sono pur sempre carboidrati, benzina per il maratoneta! E così chiediamo il bis insieme a boccali di birra nera, per l'occasione analcoolica.

In Germania, in questo periodo il tempo è sempre un'incognita e per noi la vigilia è un po' densa di preoccupazioni, in quanto si alternano piogge torrenziali a squarci di sole e vento glaciale.

Il giorno della gara la sveglia suona alle 6,45. Nella nostra stanza d'albergo iniziamo i preparativi con esercizi di stretching. Allungata e distesa la muscolatura, non ci rimane altro che completare il rito iniziale con una ottima crostata di marmellata, portata per l'occasione dall'Italia.

Usciamo dalla Pensione Mirabel, fa freddo ed in cinque minuti di allegra camminata arriviamo alla stazione della metropolitana. Qui, in breve tempo, vediamo arrivare diversi gruppi di maratoneti. Sentendoci accomunati nella stessa impresa ci mischiamo con loro e prendiamo il metro n. 6 che in pochi minuti ci porta all'OlympiaZentrum.

Raggiunto il centro olimpico, ci prepariamo alla partenza con un breve riscaldamento inframmezzato da qualche allungo, per risvegliare la tonicità neuromuscolare. L'organizzazione è perfetta, non c'è ressa ma molta calma: un'autodisciplina notevole da parte di ogni partecipante contribuisce non poco alla buona riuscita della manifestazione. La partenza viene data a blocchi (formati in base ai record personali), con intervalli di un minuto e mezzo, naturalmente compensati all'arrivo. Siamo in Germania e la precisione non è certo un caso!

Saluto Danilo ed aspetto la partenza: alle 9 esatte prende il via la maratona, i primi chilometri passano veloci all'interno dell'Olympia Park. L'approccio con il pubblico è decisamente sorprendente: i tedeschi esternano molto calore verso i maratoneti, la giornata tra l'altro è piuttosto inclemente, ma loro sono indifferenti alle condizioni meteorologiche, hanno portato i campanacci che vediamo spesso nelle gare di sci, le trombette, i fischietti e i più fantasiosi coperchi di tegami e cucchiai. Correre in mezzo ai suoni, alla musica e agli incitamenti degli spettatori che urlano in modo ossessivo "Bravo", mi trasmette energia, entusiasmo, carica, adrenalina!

Verso il quindicesimo chilometro transito nei pressi del Castello di Nymphenburg, da cui ci portiamo verso il centro della città: Marienplatz e Odeonplatz che attraversiamo nelle sue vie più suggestive, fra due ali di folla incitante. La festa è rinvigorita da diverse bande musicali che alternano musica bavarese a classici del jazz e della musica moderna. Però che calore questi tedeschi!

Nella seconda parte della gara attraverso l'Englischer Garten, il parco più grande di Monaco, ci sono prati immensi e alberi di alto fusto che ci riportano in una dimensione verde, tedesca, in cui la natura è tutta molto curata.

Tra la foschia si comincia a scorgere la torre dell'Olympia Park, le gambe cominciano ad appesantirsi, cerco di bere ancora qualcosa al ristoro ma le bibite sono fredde e devo sorseggiare molto lentamente per non rischiare un blocco allo stomaco. Mancano pochi chilometri e sarebbe un peccato doversi fermare qui. Cerco di resistere alla fatica, la stadio è lì a un passo e, finalmente attraverso la porta di Maratona che ci immette nello stadio Olimpico. Il pubblico tedesco ci accoglie con applausi e incitamenti che si moltiplicano alle grida delle nostre urla di gioia. Il traguardo è a soli cento metri e con un veloce allungo finale passo sotto lo striscione Ziel, concludendo la mia maratona in 2:47.28. Raggiungo gli spogliatoi ed aspetto l'arrivo di Danilo che, pur imbastito, è euforico e raggiante per aver fatto il suo record personale: 3:03.08.

The day after

Con una sottile euforia, effettuiamo una leggera sgambata per sondare le nostre condizioni fisiche. Percorriamo l'area del Theresienwise, il parco che annualmente ospita l'October Fest, ovvero la più grande bevuta collettiva di birra che si consuma sul suolo tedesco. Ai primi passi affiora qualche dolorino ed uno stato di pesantezza muscolare che però tende progressivamente ad attenuarsi.

Successivamente, approfittando della bella giornata di sole e, ascoltando il richiamo delle nostre sensazioni, ancora impregnate delle emozioni vissute nella maratona, decidiamo di noleggiare due biciclette e di ripercorrere con calma i tratti più significativi del percorso.

Iniziamo la nostra biciclettata addentrandoci nell'Englischer Garten, che quest'anno compie duecento anni, attraversando i prati, costeggiando il laghetto e zigzagando tra i lecci e i tedeschi sdraiati al sole e, avvolti da questa atmosfera, ci adeguiamo al rito bavarese della birra sorseggiata al BierGarten con patatine fritte e pollo alla brace.

Rinvigoriti dal pieno di birra, ci dirigiamo verso l'Olympia Park. Ripercorriamo gli ultimi chilometri della gara e, approfittando dello stadio aperto entriamo, seppur in bicicletta, per la seconda volta, dalla porta di Maratona. Un custode molto gentile ci consente l'ingresso in pista e la possibilità di effettuare alcune foto nello stadio che ha vissuto le gesta sportive della ventesima Olimpiade.

Seguendo il percorso a ritroso della maratona, ritorniamo in centrocittà, attraverso la Ludwigstrasse dedicata a Ludovico I di Baviera, il progenitore dello Stato tedesco. Dopo una breve sosta in OdeonPlatz, alla loggia dei condottieri e a MarienPlatz, dove si erge la cattedrale in stile gotico, riconsegnamo i nostri velocipedi. È ora di avvicinarsi alla stazione.

Auvidersen Munchen!


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